Televisione, spenta.

  • didascalia: Sri Lanka, la zona più colpita è l'area costiera di Colombo
  • firma: Foto non firmata
  • fonte: http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/srilanka/3.html
  • titolo articolo: Sri Lanka, le immagini delle devastazioni
  • nota:
    1: Foto non firmata. 2: Uso la foto a pretesto, per parlare di altro.
Perché per l'Italia "l'epicentro mediatico" del sisma indonesiano è stato alle Maldive?

Siamo tutti rimasti sconvolti da quanto è accaduto nel sud-est asiatico. L'enormità degli eventi e dei fatti ha superato la loro rappresentazione ed interpretazione. Siamo passati all'astrazione del numerico per difesa. Cerchiamo ostinatamente, da occidentali, di definire il numero di morti per dare la dimensione "altra" alla catastrofe, quando di numeri non si tratta: si tratta di esseri umani. Uno, io che scrivo; due, tu che leggi.
Continua a contare fino a centoventimila, centoquarantamila, centocinquantamila.
A...X = 1/150.000 circa, gli indonesiani hanno smesso di contare.
"X" è la soglia del dolore? o della decenza?
Le immagini sono poche: file, pile e pire di cadaveri, lacrime, onde, distruzione, i soccorsi, sguardi attoniti e disperati, le mani tese: al cielo. All' uomo.
Sappiamo tutti quali sono le immagini che descrivono "l'immane tragedia". Altro da fotografare non credo ci sia; qualche sciacallo, forse in lotta per la sopravvivenza, forse turista, forse mafioso, forse pedofilo.
Presto avremo foto della ricostruzione; ma, malgrado la fotocamera sia un'ottima macchina-del-tempo, attualmente non abbiamo le immagini di quello che sarà il futuro...o forse si?

Nella moltitudine di vite perse la cosa più importante è salvare la televisione, spenta.
La cosa più preziosa che la nostra cultura abbia: la televisione, spenta.

Già in occidente si parla di ricostruzione, come per l'Iraq, e gli americani dovranno dimostrare di essere generosi per parteciparvi. Ricostruzione. Mi chiedo quindi questo cataclisma quali effetti avrà: è lo tsunami culturale definitivo? quello che Ghandi ha combattuto degli inglesi? è questo il futuro?

Ho trovato interessante questo articolo di Federico Rampini, su Repubblica.it:
"Un altro monito riguarda l'affidabilità delle nostre promesse di aiuti. Purtroppo non è vero che questo tsunami sia la più grave calamità naturale a memoria d'uomo. Nel 1976 in Cina un terremoto fece 600.000 morti, nel 1970 in Bangladesh un ciclone uccise 500.000 persone. Ma non c'erano turisti occidentali di mezzo."

Anche se parla d'altro, provando a delineare le "dimensioni" della vicenda, mi ha fatto riflettere su quella che è stata la "propagazione" delle notizie all'interno dei media italiani.
L'epicentro del sisma è stato a 60/80 km da Sumatra, Indonesia. Ma per l'Italia, se non lo avete notato, l'epicentro mediatico è stato alle Maldive. I vari calciatori, giornalisti, attori, italiani: stavano bene.
Alcuni giornali hanno pubblicato, con tanto di patetica grafica, gli sms inviati da questi alle famiglie. Mano a mano che il tempo passava si è saputo che anche Sri Lanka, Thailandia e India avevano subito ingenti danni; per quasi un giorno (e credo il pubblicato ne dia conferma) la zona di Aceh - Indonesia; non è esistita. Ora, passata oltre una settimana, sappiamo che Banda — Aceh non esiste proprio più.
Neppure i suoi abitanti esistono più. Era l'epicentro.
Accertata la palese impossibilità di avere informazioni in situazioni simili, se non a macchia di leopardo; chiedo a tutti gli addetti ai lavori una riflessione sulla dinamica di diffusione della notizia nel nostro sistema: qual'è "l'interesse motore" di un epicentro mediatico come questo? La lingua? La razza? L'identità? La tecnologia? L' economia? La televisione, spenta? Il point to point?
Credo possa essere utile domandare allo specchio, tale si è rivelato essere per l'intera comunità questo evento, diverse cose su di noi.
Nella speranza il riflusso, di questo tsunami culturale punto-punto, ci permetta di affrontare in maniera più approfondita e solidale il nostro rapporto con l'alterità, con gli altri esseri umani. Permettendo magari a tutti noi di capire l'utilità del tempo. Ci vuole tempo per viaggiare nel tempo.
Ora, chiediamoci dove sta andando, e noi con lui, questo con la televisone. Spenta.

Fabiano Avancini

Intanto, visto che possiamo farlo, mandiamo un sms al 48580.