Una nuova Galleria fotografica a Roma

La Galleria Santa Cecilia sorge in una delle piu' suggestive piazze di Roma, nel cuore di Trastevere. Abbiamo rivolto alcune domande a Maria Evangelisti, che insieme a Danilo Proietti é l’animatrice di questo nuovo spazio espositivo .

F&I) Come ti è venuta in mente un' impresa così rischiosa come quella di aprire una galleria con tanto di libreria e annesso bar ?

M.E) La spiegazione meno retorica che posso fornire è senz' altro riconducibile ad una radicata ed incondizionata passione per la fotografia che ha sicuramente influenzato oltre che le mie scelte professionali, anche quelle più strettamente personali.

Dopo quindici meravigliosi anni trascorsi in camera oscura ho sentito il bisogno di rimettermi in discussione e di trasmettere anche al "grande pubblico" il mio amore per quella che fino a poco tempo fa' veniva considerata un' arte minore forse proprio perché ancora poco conosciuta.Di qui l' idea di creare uno spazio polifunzionale in grado di soddisfare sì le prioritarie esigenze espositive ma anche e, soprattutto, di offrire una possibilità ulteriore a quanti, appassionati, "addetti ai lavori" e semplici curiosi, da tempo lamentavano l' assenza a Roma di uno spazio interamente deputato alla fotografia.

F&I) Non sei affatto nuova alla frequentazione di fotografie e fotografi, cosa pensi dello stato dell' arte del fotogiornalismo in Italia e del fatto che si debba sempre più entrare nelle gallerie per vedere delle buone cose che i giornali molto spesso non sono interessati a pubblicare?

M.E) Per quanto l' Italia possa vantare una illustrissima schiera di professionisti inseriti da tempo nel popoloso firmamento del fotogiornalismo internazionale costituisce dato incontrovertibile quello secondo cui - nell' era del digitale dove tutto risulta velocizzato e funzionale alla causa dell' immediatezza comunicativa - risulta sempre più difficile per un professionista affermato trovare spazi qualitativamente soddisfacenti sui giornali.

F&I) Le gallerie in Italia sono sempre molto paludate, fanno molto l' occhiolino al collezionista e trattano le fotografie alla stregua di mobili antichi.Si va da Giacomelli a Serrano passando casomai per Fontana; non molto di più

Spiegaci allora la scelta coraggiosa di inaugurare la tua attività con un autore difficile come D' Agata, proseguire presentando un lavoro di Still life di mine anti-uomo e proseguire con Pornoland di De Luigi.

M.E) La decisione di inaugurare la nuova stagione galleristica con un autore comunemente considerato "difficile" come Antoine D' Agata è stata sicuramente dettata da un personale entusiasmo rispetto alla vastissima produzione di un artista, più che fotografo in senso stretto, il cui spessore umano oltre che professionale è difficilmente discutibile per chiunque lo conosca, ma soprattutto dalla volontà di improntare il nuovo corso all' insegna dell' apertura più assoluta rispetto ai generi ed agli stili fotografici trattati.

F&I) Quali filoni pensi di esplorare e quali sono i canali ed i criteri attraverso cui arrivi a scegliere un autore?

M.E) Come accennavo poc'anzi vivo un momento di assoluto possibilismo rispetto alle scelte espositive.L' unica certezza che sostiene e che sosterrà sempre le mie decisioni è quella di sapere di poter contare su un' esperienza professionale e quindicinale nel mondo della fotografia e su un istinto che da ciò è stato profondamente influenzato.

F&I) Hai contatti con altre gallerie con le quali confrontarti e condividere materiali ed esperienze?

M.E) Al di là delle strutture con cui intratteniamo relazioni lavorative non è stato ancora possibile approfondire le alte sfere del confronto e della condivisione ; spero vivamente di poterci riuscire in un prossimo futuro.

F&I) Volti noti o anche sconosciuti e promettenti ?

M.E) Sui cosiddetti "volti noti" non mi sbilancio prima di ufficializzare ciò che, a titolo ufficioso,contribuisce a sostenere i miei entusiasmi galleristici ; posso solo anticipare che sia D' Agata che Dallaporta si sono mostrati disponibili a proseguire la collaborazione con la Galleria Santa Cecilia.

Per quanto invece riguarda le nuove promesse sono felice di poter segnalare, quale primo membro della scuderia Santa Cecilia, una giovane artista italo-americana, Gaia Light, che del mezzo fotografico si avvale per valorizzare le sue opere pop-concettuali con un' efficacia sorprendente. Ho personalmente curato la sua prima mostra personale ( Luglio-Settembre 2004)registrando un enorme successo e di pubblico e di vendita ; mi limito ad aggiungere che sentirete sicuramente parlare di lei.

F&I) Quanto e' necessario per una galleria l' appoggio di un' agenzia fotografica?

M.E) Necessario ma non indispensabile...mi limiterei a questo.

F&I) Hai intenzione di creare una tua scuderia?

M.E) Certamente si. So che ci vorrà del tempo ma il lavoro di selezione è stato avviato e, da quel che mi è dato intuire, lascerebbe già ben sperare.

F&I)Quanto posto ci sarà per il fotogiornalismo ?

M.E) Qualsiasi progetto interessante è assolutamente ben accetto considerati sia il mio personale interesse per il fotogiornalismo sia l'attenzione che un aspetto così importante della nostra cultura fotografica, a mio avviso, merita.

F&I) Di cosa vive una galleria fotografica?

M.E) Di soddisfazioni personali prima ancora che professionali.

F&I) Punterai al collezionismo ?

M.E) Sicuramente. Per non esser costretta a vivere di sole soddisfazioni...

F&I) Quanto funziona il mercato del collezionismo in una Italia in cui la fotografia è la solita Cenerentola?

M.E) Tutto lascerebbe pensare che il mercato del collezionismo italiano stia vivendo un momento di fermento positivo.

Siamo ancora piuttosto lontani dagli standards europei e statunitensi ma qualcosa si sta risvegliando a tutto vantaggio del nostro ottimismo.

F&I) Com' è andata la mostra di D' Agata, con la quale hai esordito?

M.E) Il bilancio che posso trarne è estremamente positivo.Sono rimasta molto impressionata dall'incredibile risposta di un pubblico eterogeneo e sorprendentemente ricettivo che ha sfatato in pochi giorni fastidiosi luoghi comuni circa la " pigrizia" della piazza romana.Unica nota dolente la grave indifferenza riservata dal mondo mediatico ad un evento espositivo di tanto spessore, oltre che fotografico, artistico.

F&I) Che conclusioni ne hai tratto?

Che la fortuna aiuta gli audaci e che la gente, se qualitativamente stimolata, è anche più che disponibile a mettere in discussione le proprie "convinzioni" fotografiche.

F&I) Hai in mente iniziative editoriali?

Sicuramente. Per il momento posso anticipare che, in collaborazione con la casa editrice Punctum, stiamo provvedendo ad editare il catalogo della mostra "Antipersonnel" di Raphael Dallaporta, attualmente in corso di programmazione.

F&I) Perché una libreria fotografica in Galleria?

M.E) Perché credo che tale connubio contribuisca a sensibilizzare anche il grande pubblico alla causa di una fotografia che per troppo tempo è stata esclusivo appannaggio di addetti ai lavori e spiriti illuminati. I riscontri di vendita contribuiscono ad alimentare il mio ottimismo.