Per entrambi i siti dei due maggiori quotidiani italiani la presentazione grafica delle fotografie è povera, se non sciatta. Solo
Panorama.it -
L’Espresso on line non ha fotografie – tenta, ma fallisce tecnicamente, un’impaginazione articolata delle “fotonews del giorno”: una striscia per temi che compare subito dopo l’articolo di apertura della home page del sito. Le prime due sezioni sono dei notiziari illustrati dall’Italia e dagli Esteri; ognuna si compone di circa trenta pagine, tutte con banner pubblicitario, in cui 4-5 fotografie per pagina richiamano ciascuna un lancio tratto dal notiziario
Ansa. Non ci sono didascalie né firma delle foto ma è presumibile provengano tutte dall’archivio dell’agenzia di stampa. Il problema è che le foto non vengono visualizzate correttamente per problemi tecnici; all’immagine che appare ingrandita si sovrappongono le miniature delle altre foto contenute nella pagina. Sul sito di
Panorama compaiono poi una decina di gallerie, alcune segnalate con l’icona di una macchina fotografica, dove le foto sono in prevalenza d’archivio - genere people o “Paparazzate”, come recita il titoletto di una sezione delle fotonews; le fotografie delle mostre provengono sempre dagli uffici stampa.
Possiamo quindi dire che i siti web delle testate giornalistiche italiane sono, per quanto riguarda le immagini giornalistiche, un’occasione mancata. Nessun tentativo di costruire racconti per immagini e uso di fotografie programmaticamente singole, esattamente come avviene nelle edizioni a stampa. Siamo alle semplici raccolte di figurine che testimoniano soltanto – per esempio - chi c’era alla serata mondana e nulla del contesto in cui si è svolta. Non discutiamo la scelta di mettere in pagina o on line la mondanità, contestiamo lo stile ripetitivo del genere people: flash, figura intera, preferibilmente con lo sguardo del soggetto in macchina, pochissimi gesti, immagini statiche. Manca sempre il racconto per immagini, la capacità di strutturarlo, di articolare un discorso.
All’estero i giornali nelle loro edizioni on line hanno rilanciato la fotografia, il reportage e i filmati digitali, per arricchire l’offerta d’informazione ai lettori sfruttando la possibilità di spazi praticamente illimitati forniti dalle tecnologie digitali. Cultura dell’informazione fotografica a parte, c’è anche molta attenzione alla fruibilità del prodotto sotto il profilo tecnologico. Se cliccate per vedere uno Slide show fotografico, una prima finestra di dialogo vi chiederà che tipo di connessione a Internet avete per potervi offrire una visione ottimale.
Mario Tedeschini Lalli, nello scorso mese di giugno sul Blog Giornalismo d’altri nel portale
Kataweb del Gruppo L’Espresso, fa due segnalazioni proprio relative all’informazione per immagini nel Web. La prima in occasione del concorso annuale della
National Professional Photographers Association statunitense, dedicato al “meglio del fotogiornalismo” che è sempre più orientato verso il Web. “Vale la pena di guardarseli con attenzione questi pacchetti di foto – ci dice -, foto+audio, foto+audio+video, perché indicano una delle più interessanti nuove direzioni dove il giornalismo professionale potrebbe dire proficuamente la sua” (17). La seconda si occupa di una serie di ritratti fotografici inaugurata dal New York Times, “The Tribes of New York”, presentata senza articoli scritti, “solo brevi servizi audio (un po' più o un po' meno di due minuti) accompagnati da bei ritratti fotografici delle persone coinvolte”. La serie fonde “elementi un tempo radiofonici (il servizio audio) e dei grandi settimanali illustrati (il ritratto fotografico). Mi piacerebbe che qualche quotidiano nostrano provasse a copiarli” (18).
E va da se che piacerebbe anche a noi.
18 luglio 2005
1. “About VII Photo Agency”, www.iiphoto.com, 2001. Oggi, finita la fase di più acuta tensione nel mondo delle agenzie, la presentazione dell’agenzia è stata cambiata e non compaiono gli elementi di polemica che abbiamo citato. 2. Per un discorso più approfondito sui cambiamenti avvenuti nel mercato della fotografia d’informazione vedi Carlo Cerchioli, “Il nuovo mercato”,
Problemi dell’informazione, n.2, 2003
3. Dirck Halstead, “
The Biggest Change in Photography in 25 years ”, Digital Journalist, marzo 2003.
4. Giorgio Bocca, Il padrone in redazione, Sperling & Kupfer, Milano, 1989, p. 200.
5. U.B. (Umberto Brunetti), “Bello, ma è uno sfoglia e getta”,
Prima, settembre-ottobre 1987.
6. Per un discorso sulla formazione dei fotografi in Italia si veda Giovanna Calvenzi, “La geografia dei fotografi indipendenti”, in Uliano Lucas (a cura di), L’immagine fotografica 1945-2000. Storia d’Italia, Annale 20, Einaudi, Torino, 2004.
7.
Sette, 16 aprile 1998, p. 8-9; segnalato in
fotoinfo.net/osservatorio .
8.
Il Manifesto, 10 ottobre 2000, p. 1; segnalato in
fotoinfo.net/osservatorio .
9. “Tutti a scuola di microbi”,
Panorama, 23 gennaio 2003, pp. 120-121. Abbiamo sottolineato qui l’alleggerimento anche se è d’obbligo rilevare che la legge sulla privacy, impedendo la pubblicazione dei volti di minori, costringe a ricorrere ad immagini di stock dove i soggetti ritratti hanno firmato una liberatoria che solleva il giornale da qualsiasi responsabilità.
10. Dario Laruffa (a cura di), Direttori a confronto, Rai-Eri, Roma 1998.
11. Sul rapporto fra organizzazioni umanitarie internazionali e media vedi Paolo Santalucia, “Il reporter umanitario”, in
Prima, giugno 2005.
12. Angelo Agostini, Giornalismi, Il Mulino, Bologna, 2004.
13.Titolo del
Manifesto, op. cit.
14.
Panorama, op. cit.
15. Gianluigi Colin, “La tirannia della visione”, in L’immagine fotografica 1945-2000, op.cit. p.691.
16. La sezione dell’Auditel che si occupa del rilevamento dei dati di lettura dei siti web.
17. Mario Tedeschini Lalli, “Fotogiornalismo sul web, il meglio del 2005”,
Giornalismo d’altri , Blog di kataweb, 6 giugno 2005.
18. Mario Tedeschini Lalli, “Fotogiornalismo sul web, il meglio del 2005”,
Giornalismo d’altri , Blog di kataweb, 30 giugno 2005.