Gabriele Basilico ci ha lasciati

  • firma: Gabriele Basilico
  • fonte: Dal volume "Ritratti di Fabbriche", Federico Motta Editore, Milano 2009
  • nota: I Ritratti di fabbriche risalgono al periodo 1978-80

Gabriele Basilico se n’è andato oggi, 13 febbraio 2013, stroncato da una malattia che l’aveva colpito un anno fa.
E’ stato un grande interprete della fotografia italiana e uno dei pochi fotografi italiani conosciuti e apprezzati a livello internazionale. Amava definirsi un documentarista, con riferimento esplicito a quel filone della fotografia che ha avuto in Walker Evans il suo massimo esponente intorno alla metà del secolo scorso e a cui Basilico ha più volte dichiarato di ispirarsi nel suo lavoro di “misurazione” degli spazi delle città. Come ha osservato Roberta Valtorta, critica e storica della fotografia e profonda conoscitrice dell’opera di Basilico: “Proprio grazie a questa prolungata e sistematica osservazione delle città e delle strutture del mondo Basilico ha costruito un corpus di lavoro potente, un vastissimo insieme di rappresentazioni che aiuteranno chi verrà dopo di noi a capire, attraverso l’immagine dei luoghi, chi erano gli uomini che hanno abitato la terra nel periodo in cui essa è stata dominata e plasmata da un’economia così veloce e sfrenata.” (da "Gabriele Basilico, fotografo misuratore").

 

 

Un ricordo, da parte di Marco Capovilla

Personalmente, ho conosciuto Basilico quasi trent’anni fa, lui già affermato fotografo (aveva iniziato proprio in quei mesi il lavoro per la Mission Photographique de la DATAR, in Normandia) io giovane fotografo in cerca di consigli e di indicazioni di possibili vie professionali da seguire. Ricordo la prima volta che, noncurante del fatto che io fossi un perfetto sconosciuto condotto da lui da Giovanna Calvenzi, mi aveva ricevuto nel suo studio in Piazza Tricolore e aveva accolto di buon grado l'idea di guardare assieme a me le mie foto e di chiacchierare con me. E le volte successive che, pazientemente, aveva accettato di continuare la conversazione. Disponibile, aperto, sincero, generoso, acuto. E fonte di ispirazione per tanti fotografi. Ineguagliabile.

  • didascalia: Gabriele Basilico circondato da alcuni tra i suoi assistenti storici.
  • fonte: Archivio di Isabella Balena

Un ricordo di Gabriele Basilico scritto per noi da Isabella Balena


Per un giovane la fortuna più grande credo sia quella di incontrare persone che al momento giusto ti capiscono e che di conseguenza ti aiutano a formarti. Avevo credo 22 anni quando Roberta Valtorta mi propose come assitente a Gabriele Basilico. C’era da sostituire per un anno il suo prezioso assistente (e tutt’ora tale) Gianni che partiva per il militare.
Un interregno occupato da una giovane che non sapeva fare quasi nulla. E che ha combinato anche qualche disastro.
Non so perché Basilico mi abbia tenuta, veramente. Non mi sentivo corrispondere esattamente al tipo di assistente che poteva essergli d’aiuto, anche perché i miei interessi fotografici cominciavano a definirisi e non erano l’architettura e il paesaggio i miei obbiettivi.  Ma generosamente mi ha fatto lavorare con sé e devo ancora ringraziarlo per quell’anno per me importantissimo e fortemente formativo.
Con lui, che fossimo in un interno o in giro per strada, ho imparato ad affinare lo sguardo, a guardare cose, volumi e spazi. Ho imparato un metodo di lavoro dalla progettazione in studio alla sua pubblicazione, la fatica della sua realizzazione che non ammette stanchezze e insicurezze. Ho imparato a sviluppare e stampare lastre, a organizzare borse di pellicole e di obiettivi, a non dimenticare chassis e prolunghe, ad archiviare foto e negativi, a rispondere al telefono.
Quando di nuovo ci si incontrava, ho sempre sentito il suo affetto nei miei confronti per l’unica assistente che non ha seguito il Maestro, come diceva. Mi ha rivelato di essersi divertito con me e non ha mai mancato di rimproverarmi un mio cenno di impazienza di fronte al Palazzo delle Poste di Roma, dove per ore Basilico fotografò il colonnato e io non capivo cosa ci trovasse di tanto interessante (ahimé).
Se n’è andato non solo un grande fotografo ma anche una persona di qualità rara. Ma resterà presente in tutti noi e nel mondo attraverso le sue fotografie.

Isabella Balena