Il World Press Photo si aggiorna

  • didascalia: 2014, World Press Photo of the Year, Contemporary Issues , 1st prize singles. Didascalia della foto: 26 February 2013. Migranti africani sulla spiaggia di Gibuti di notte, con i telefonini in aria, tentano di captare la rete, più economica, dalla vicina Somalia, un flebile legame con le famiglie all’estero. Gibuti è una tappa usuale per i migranti in transito da paesi come Somalia, Etiopia ed Eritrea alla ricerca di una vita migliore in Europa o in Medio Oriente.
  • firma: John Stanmeyer
  • fonte: http://www.worldpressphoto.org/awards/2014

Nel suo concorso per le migliori fotografie giornalistiche il World Press Photo ha inserito una nuova categoria: Progetti a lungo termine. Si tratta di premiare l'impegno, a lungo termine appunto, del fotografo su di un singolo tema svolto attraverso fotografie riprese nell'arco di almeno tre anni. Il numero delle immagini da presentare per questa categoria dovrà essere compreso fra 24 e 30; nessuna di queste fotografie verrà presa in considerazione per le altre categorie e quindi anche come fotografia dell'anno.

 

Altri piccoli aggiustamenti sono stati decisi per  il numero di fotografie che compongono le storie: dovranno essere al massimo 10 e non più 12. Inoltre le categorie Ritratti e Sport non saranno più divise rispettivamente in Observed e Staged e Action e Features ma saranno uniche. Infine i partecipanti al concorso saranno tenuti a fornire i file così come sono stati registrati dalla fotocamera per permettere la valutazione delle eventuali manipolazioni eseguite.

 

Ci sembra che la Fondazione del WPP con l'introduzione della nuova categoria abbia voluto giustamente includere la - relativamente - nuova pratica dei lavori a lungo termine che oggi molti fotografi hanno dovuto mettere in cantiere - insieme al crowdfunding - per ovviare a committenze che ormai permettono di svolgere lavori solo superficiali, da sbrigare nel più veloce tempo possibile.

 

Questa nuova situazione del mercato era stata ben sottolineata dal presidente della giuria Gary Knight in occasione della scorsa edizione del premio. Knight constatava proprio come la copertura dei principali eventi e temi fosse stata trattata troppo spesso con editing imprecisi, senza una narrazione appropriata. E come qualcosa nel lavoro di documentazione fosse andato forzatamente perduto nella mancanza di finanziamenti adeguati.


Infine è stata resa pubblica la ricerca commissionata dalla Fondazione a David Campbell sulle pratiche e gli standard di manipolazione delle immagini accettati nel fotogiornalismo e nella fotografia di documentazione. Lo scopo della ricerca è stato quello di registrare, nel modo più completo possibile, lungo quali linee chi lavora nel fotogiornalismo sta pensando alla questione della manipolazione e come affrontarla.

 

La ricerca è stata condotta per incoraggiare l'industria fotografica - così chiamano all'estero l'intero mondo che ruota intorno alla fotografia - a discutere sulla integrità dell'immagine. E, non da ultimo, per fornire informazioni al World Press Photo sulle questioni relative alla manipolazione, questioni negli anni sempre più rilevanti per il concorso.

Carlo Cerchioli