Geografia disinvolta

  • didascalia: Uno dei ghiacciai che appaiono sulla cima delle montagne
  • firma: Neri
  • fonte: Anna n° 43 del 27 ottobre 2000
  • titolo articolo: Paesaggi di un altro pianeta
Il settimanale Anna, edito da Rizzoli, ha pubblicato una fotografia di Mono Lake all'interno di un servizio riguardante la Death Valley. I due luoghi si trovano entrambi in California ma sono distanti centinaia di chilometri l'uno dall'altro e sono realtà geografiche abissalmente diverse. Come se ciò non bastasse, a Mono Lake sono state attribuite caratteristiche assai improbabili, chiamando "ghiacciai" quelle che in realtà sono formazioni simili a stalagmiti.

In riferimento all'articolo sulla Death Valley pubblicato a pag 128 e seguenti, la didascalia della foto a pag. 129 in basso recita: "Uno dei ghiacciai che appaiono sulla cima delle montagne".
In realtà si tratta di uno scorcio di Mono Lake, California, che si trova a 150 e più Km di distanza, ampiamente al di fuori della Death Valley, più a nord ovest, vicino al parco nazionale di Yosemite. Le strutture che emergono (e si specchiano) nell'acqua non sono ghiaccio e non sono sulla cima di una montagna: sono invece formazioni di carbonati (di calcio e di magnesio) che originano dal deposito, nel corso di migliaia di anni, dei calcari disciolti nell'acqua, analogamente alle stalattiti e alle stalagmiti. L'aspetto attuale del lago è il risultato di una sconsiderata deviazione, iniziata negli anni quaranta, degli immissari del lago per rifornire l'acquedotto di Los Angeles, che hanno provocato l'abbassamento del livello di una quindicina di metri, con conseguente emersione delle formazioni calcaree, prima di allora completamente immerse. Il luogo è affascinante ma presenta caratteristiche assai diverse dalla Death Valley.
Un po' come utilizzare foto di vigneti delle Langhe in un servizio sui boschi del Monte Rosa, se mi passate il paragone.
Per ulteriori approfondimenti:
The troubled waters of Mono Lake - National Geographic (Ottobre 1981)
o anche
Mono Lake: il paesaggio trasfigurato - Abitare (Ottobre 1985)
A chi dobbiamo la suggestiva invenzione letteraria? Direttamente all'agenzia Grazia Neri? O a qualche redattore alle prese con didascalie mancanti o errate?
Capisco che al mondo ci siano problemi più gravi di questo, ma da questi episodi apparentemente minori originano a mio parere fenomeni di portata ben più vasta e preoccupante (perdita di credibilità dei giornalisti e dei giornali, tanto per citarne uno).
In ogni caso, buon lavoro e grazie per l'attenzione.
Marco Capovilla

Hai ragione, quelle fotografate sono formazioni di carbonati (di calcio o di magnesio) e non, come indicato nella nostra didascalia, montagne di ghiaccio. Un errore. Mi dispiace. Peccato che il fotografo e l'agenzia che ci hanno venduto il servizio non siano precisi e scrupolosi come te. Se solo avessimo avuto la metà delle informazioni che ci hai dato tu (invece di un tristissimo telaietto bianco) forse non avremmo dovuto lavorare male e con fatica. Con le conseguenze che sai.
Pazienza, cose che capitano a chi lavora.
La Redazione di Anna.