Palermo, la Caritas ed il lavoro gratuito

Ennesimo concorso costellato di buone intenzioni: raccontare Palermo centro di confluenza di culture e civiltà eterogenee. C'è da dire ad onor del vero che almeno l'organizzazione si rende disponibile alla restituzione delle immagini: il che rispetto alla media dei concorsi truffaldini in giro per l'Italia non è male. Non è quindi questo il punto; mi metto invece nei panni di colui che decide di gareggiare.
Mi pago il viaggio a Palermo, il soggiorno non sarà seriamente breve perchè il tema è grosso ed impegnativo, necessita una conoscenza della città, possibilmente una buona guida, esattamente come si deve procedere in qualsiasi indagine impegnativa in qualsiasi angolo del mondo. I costi di investimento salgono, e a fronte di quale premio? Un biglietto gratuito fino in Tanzania messo a disposizione dai buoni uffici di Caritas ( la quale probabilmente si sarà fatta sponsorizzare da qualche agenzia di viaggio che ha fatto il bel gesto per meritarsi un posto in paradiso) per lavorare, di nuovo gratis, per Caritas che si premurerà di chiedere al fotografo di cedergli i diritti di utilizzo delle immagini ....
Mi vengono in mente due cose, la prima non proprio ortodossa: è la barzelletta del datore di lavoro che incalza l'operaio a svolgere alcune altre mansioni nei tempi morti della catena: questa petulanza finisce con lo spazientire l'operaio che per levarsi di torno l'importuno propone al padrone di infilargli pure una scopa nel di dietro tanto da poter ramazzare mentre avvita i bulloni. L'altra sono le navi negriere o quelle di epoca staliniana che attraccavano dalle parti di Magadan. "Hai vinto un biglietto per la Siberia però adesso devi lavorare per noi, Gratis" .
Comunque la si metta il fotografo è sbeffeggiato e defraudato del suo lavoro, trattato come un imbecille che si bea soltanto di poter brandire le proprie macchine e poi vedere le proprie immagini usate e riprodotte per convenienze altrui. La fotografia non è una merce che rientri nel canonico stile del liberismo per cui tu vendi una cosa ed io ti do un equivalente in soldi (convenzione non certo estremista ed oramai da secoli accettata da tutti).

I dirigenti della Caritas palermitana provano ad applicare in questo concorso la formula del baratto: tu mi dai le foto ed io ti premio con un biglietto aereo da utilizzare per lavorare di nuovo per noi gratis.

Questo paese invero non mi stupisce più di niente, ma rimango sempre sopraffatto dalla mancanza di rispetto che questi meccanismi ingenerano. Il fotoreporter non è uno che lavora e campa con le immagini che produce, non è una persona che come altri professionisti è cresciuto, ha investito anni ed esperienza per diventare quello che è alla pari di un idraulico, un chirurgo o di chiunque altro cui non sognereste mai di chiedere prestazioni gratuite: mai lo fareste con l'elettricista, mai lo fareste dal benzinaio: con il fotografo, guarda un pò, sì. E quel genere di fotografo, perchè quando invece si tratta di sborsare migliaia di euro per un servizio matrimoniale, a chi mai verrebbe in mente di fare una mossa simile? Il fotoreporter si ciba d'aria e si bea degli altrui complimenti.
In fin dei conti è un non "mestiere".

Perchè Caritas, alla pari di tanti altre istituzioni grandi medie e piccole, quando hanno bisogno di visibilità e di raccogliere immagini, pensa immediatamente ad un concorso e non invece ad affidare un incarico a seri professionisti ?
Io non sono contro i concorsi, anzi! L'anno scorso la camera di commercio di Bari per dare visibilità alla provincia ne ha indetto uno ma ha anche messo in palio 30.000€ ! Questo invoglia un professionista ad ingaggiare una tenzone, a provarci, a sfidare. Non dico che Caritas dovesse fare lo stesso, per il semplice motivo che scommetto che non gli sarà mai passato per l'anticamera del cervello.
In verità non è poi la prima volta che interveniamo su temi del genere

http://www.fotoinfo.net/riflessioni/detail.php?ID=176
http://www.fotoinfo.net/news/detail.php?ID=346

e quindi con questo editoriale inauguriamo una rubrica: voi ci segnalate concorsi truffaldini e noi ci peritiamo di additarli al pubblico ludibrio. Allo stesso tempo studieremo una iniziativa da estendere ad altre associazioni di professionisti, e visto che la nostra lista di lettori è molto lunga e la nostra voce molto ascoltata, chissà mai che non si riesca a far cambiare registro.

Marco Vacca