2013 senza agenzia Emblema

  • didascalia: l'avviso di sospensione dell'attività nella home page del sito di Emblema (www.emblema.net)

Il 31 dicembre 2012 Emblema ha sospeso le attività. Lo ha comunicato l'agenzia fotografica stessa nel suo sito www.emblema.net: «Il nostro grazie – si legge – va a chi ha reso possibile questo progetto, alla redazione e ai fotografi che in questi tredici anni hanno condiviso un'instancabile passione per il fotogiornalismo e hanno messo a disposizione la loro professionalità e tenacia nel percorso quotidiano. A loro e a quanti ci hanno seguito in questi anni, vanno i migliori auguri per il futuro».

Nata nel 1999, Emblema contava un organico complessivo di una trentina di persone (una ventina i fotografi collaboratori) e aveva puntato molto su un'offerta di qualità e innovativa. In un'intervista del 2011 per il sito www.nikonschool.it, spiegava il direttore dell'agenzia Riccardo Pezzetti: «Continueremo a portare avanti il nostro lavoro con determinazione, cercando di aggirare quelle politiche editoriali ancora condizionate da forti restrizioni nei budget  fotografici, ampliando gli orizzonti a garanzia del nostro futuro. Il nostro secondo decennio è iniziato con un grande rinnovamento: totale restyling del sito web con nuove competenze ed energie all'interno dello staff. Abbiamo deciso di concentrare la nostra produzione soprattutto su storie italiane, puntando l'obiettivo su chi sta portando avanti idee di cambiamento e tentando di far riemergere il Paese da quell'immaginario collettivo nel quale è ancora imprigionato, tra gossip e caste, emergenza sociale e lassismo istituzionale». In un momento critico (anche) per il sistema editoriale, l'agenzia aveva inoltre deciso di avvalersi della presenza di un photoeditor e direttore creativo.

  • didascalia: il logo dell'agenzia Emblema

Che cosa, dunque, non ha funzionato? Perché Emblema ha dovuto rinunciare a proseguire la sua attività? «Da qualche anno il mercato editoriale italiano ha avuto un crollo: gli spazi di pubblicazione sono stati dimezzati e i prezzi abbattuti considerevolmente» spiega Pezzetti a fotoinfo.net. «Non c'è stato margine di trattativa. Si fa fatica a sopravvivere, ci si trascina: o si è molto rapidi a cambiare rotta o i costi non sono più sopportabili. Noi abbiamo cercato di diversificare il lavoro, di rinnovare il sito (anche per favorire la distribuzione) e abbiamo puntato molto sulla qualità delle collaborazioni e delle storie proposte. La rappresentanza dell'agenzia francese VU' aveva contribuito a elevare la qualità offerta e a rappresentarci come un'agenzia più completa. Speravamo di rinnovarci con una maggiore rapidità, ma non è semplice fare nei tempi giusti i cambiamenti necessari. Stavamo iniziando anche a occuparci del multimediale, ma ogni aspetto presuppone tempo, attrezzature, conoscenze. È costato molto prendere questa decisione, ma dovevamo pensare al futuro di ognuno di noi».

Il fotogiornalismo di qualità, dunque, non ha proprio speranze in Italia? «Nonostante tutto – riflette Pezzetti – resto convinto del fatto che la qualità paghi sempre. L'interesse c'è, è apprezzata (se non da tutte, almeno da alcune testate). Di spazio ce n'è ancora ma, come dicevo, è molto importante essere rapidi nei processi di rinnovamento».