Il 2016 nel mirino dei fotografi svizzeri

  • didascalia:

    Mostra del Swiss Press Photo Award 17 nella Hall del Lac a Lugano, 8 agosto 2017. In primo piano le fotografie di Urs Bucher, vinicitrice della categoria Sport, con un reportage sulla Bishop’s Cup di rugby, pubblicato dal St. Galler Tagblatt.

  • firma: CC

Ai vari piani della Hall del Lac di Lugano, è in corso fino al 20 agosto la mostra del Swiss Press Photo Award 17. Sono esposte una novantina delle migliori fotografie giornalistiche dello scorso anno pubblicate dalla stampa svizzera selezionate da una giuria internazionale. 

  • didascalia:

    Mostra del Swiss Press Photo Award 17 nella Hall del Lac a Lugano, 8 agosto 2017. Sulla destra una fotografia del reportage su gli Albini in Tanzania, di Goran Basic pubblicato dalla Neue Zürcher Zeitung.

  • firma: CC

Il premio giunto alla ventiseiesima edizione è parte del Swiss Press Award che ha invece 31 (trentuno) anni di vita ed è organizzato dalla Fondazione Reinhardt von Graffenried per promuovere e sostenere il giornalismo locale e il fotogiornalismo svizzero. “La Fondazione svolge la sua attività senza alcun fine di lucro ed è indipendente dalle case editrici”.

  • didascalia:

    Visitatore guarda le fotografie di Mark Henley alla mostra Swiss Press Photo Award 17 che si tiene nella Hall del Lac, Lugano, 8 agosto 2017. Henley è il vincitore della categoria People.

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Ogni anno sono premiati i migliori lavori giornalistici pubblicati a stampa, on-line o trasmessi per radio e televisione. Il premio non mi sembra abbia alcuna eco fuori dai confini svizzeri ma, almeno per quanto riguarda la sezione fotografica in mostra, meriterebbe maggior attenzione anche all’estero. La dimensione locale risulta comunque interessante da valutare e studiare, soprattutto oggi che le redazioni locali stanno acquistando maggior peso nell’informazione diffusa sia su carta che on-line.

 

  • didascalia:

    Si rivedranno mai? Questi uomini vivevano nella «Giungla di Calais», un campo per rifugiati gigantesco e illegale. Quando la polizia l’ha evacuato e si è incendiato, tra il 24 e il 26 ottobre 2016, i suoi occupanti hanno fatto un’ultima foto-ricordo di gruppo. Invece di proseguire il loro viaggio verso la Gran Bretagna, come sognavano, migliaia di rifugiati sono stati distribuiti in centri di accoglienza in tutta la Francia.

  • firma:

    ZALMAÏ/Human Rights Watch

  • fonte: Cartella stampa
  • nota: La didascalia è stata tratta dal catalogo del Swiss Press Photo17
  • didascalia:

    Scene dall’evacuazione della «giungla», un campo per rifugiati vicino alla città di Calais, in Francia, dal 24 al 26 ottobre 2016

  • firma:

    ZALMAÏ

  • nota: La didascalia è stata ricavata dal catalogo del Swiss Press Photo17

Zalmaï Ahad, è il vincitore del Swiss Press Photographer 2017 con il reportage “The end of Mirage” sulla chiusura di The Jungle il gigantesco campo di rifugiati di Calais in Francia. Qui potete vedere tutte le foto premiate e qui quelle pubblicate da L’Hebdo. Chi si fosse aspettato nomi sconosciuti del fotogiornalismo dovrà ricredersi, Zalmaï di origine afghana - ex rifugiato lui stesso - è pluripremiato con, fra gli altri, il Photo District News Photojournalism Award 2006, il Visa D’Or nel 2009 e un grant di Getty Images.

  • didascalia:

    Gerhard Pfister, nuovo presidente del PPD svizzero, in automobile, nel canton Zugo, a febbraio prima della sua elezione.

  • firma: Mark Henley / Panos Pictures
  • fonte: Cartella stampa
  • nota: La didascalia è stata ricavata dal catalogo del Swiss Press Photo17

Anche Mark Henley, di origine inglese, vincitore nella categoria ritratti, rappresentato da Panos Picture, ha vinto già due volte il Swiss Press Photo: nel 2012 per la copertura degli incontri diplomatici di Ginevra per l'accordo sul nucleare con l'Iran e nel 2014 per la crisi delle banche svizzere. Nel novembre del 2015 ha partecipato al Festival Trasizioni a Bologna con il lavoro The Vaults appunto sulle banche.

  • didascalia:

    Associated Press (AP) Journalistin, Kathy Gannon, fotografiert im Sheraton Sihlcity, Zurig 2.5.2016

  • firma:

    Tamedia AG/Thomas Egli

  • nota: dal catalogo della mostra 

    La giornalista canadese Kathy Gannon, con la collega fotografa Anja Niedringhaus, stava coprendo le elezioni in Afghanistan quando entrambe sono rimaste vittima di un attentato. Niedringhaus è rimasta uccisa mentre Gannon, gravemente ferita, è sopravvissuta: due pallottole hanno dilaniato la sua mano destra, una ha attraversato la spalla destra e tre le hanno praticamente strappato la mano sinistra dall’avambraccio.

Sul sito del Swiss Press Photo Award accanto alle foto premiate di ogni autore compaiono spesso anche le pagine del giornale che ha pubblicato le immagini. Interessante notare come non sempre le scelte editoriali coincidano con quelle della giuria come ad esempio per la foto di Thomas Egli, secondo posto fra i ritratti. 

  • didascalia:

    riproduzione del Tages Anzeiger, 4 maggio 2016, p.13

La giuria ha premiato una foto spontanea che non nasconde le ferite riportate dalla giornalista canadese Kathy Gannon mentre copriva le elezioni in Afghanistan, al contrario del Tages-Anzeiger che ha optato, forse anche solo per esigenze d’impaginazione, per un’immagine elementare, scontornata.

Se non riuscite andare a Lugano la mostra si terrà anche al Kornhaus Forum di Berna dal 22/9 al 22/10 e al Castello di Prangins dal 2/11 al 4/3/2018. Oppure potete sfogliare il catalogo 2017 edito dalla Fondation Reinhardt von Graffenried e se siete incuriositi dai fotogiornalisti svizzeri c'è da vedere anche l'edizione del 2016.