La pecetta bianca

Il Venerdì de la Repubblica del 4 Aprile 2003 ha pubblicato a doppia pagina (30 e 31) una bella fotografia in apertura di un servizio sugli aiuti umanitari in Iraq.
Ad un primo sguardo il titolo del servizio "Aiuto. Perchè l'emergenza umanitaria è diventata un'altra guerra" appare scritto sopra un elemento della fotografia, una scatolona bianca della quale i disperati soggetti del'immagine cercano di impadronirsi.
Guardando meglio si nota che sull'immagine è stato effettuato un intervento grafico abbastanza grossolano con lo scopo di allungare la superficie bianca della scatola e quindi creare lo spazio per l'intero titolo con relativo occhiello e inizio di testo.
  • firma: Foto non firmata
  • fonte: Il Venerdì de la Repubblica n. 785 del 4 Aprile 2003
  • titolo articolo: Aiuto. Perchè l'emergenza umanitaria è diventata un'altra guerra
  • nota: Sottotitolo "Da una parte gli Usa. Dall'altra l'Onu. E, in mezzo, le Ong, le organizzazioni non governative, quelle che arrivano quando la situazione è disperata. Come ora, in Iraq. Ecco chi sono. Come funzionano. Su cosa si dividono. E qual è il business che ha scatenato una battaglia"
La legittima consuetudine di "scavare" i titoli nelle fotografie, pratica corrente in tutta la stampa mondiale, ha qui trovato un'applicazione estrema. Nulla da eccepire sull'idea, abbastanza efficace, qualcosa da ridire invece sulla realizzazione pratica che - oltre ad essere grezza e mal applicata - ha sottratto al pubblico una parte di informazione contenuta nella foto.
L'inserimento della pecetta bianca ad allargare la dimensione dello scatolone è una mancanza di sensibilità verso i lettori attenti che potrebbero anche chiedersi che cosa c'è mai da nascondere sotto quel rettangolino bianco e perchè un gomito spunta in modo così netto e innaturale.
Possibile che l'unica soluzione sia stata quella che prevede una manipolazione della foto?
La creatività dei grafici non permette di andare oltre ad un'operazione che copre un'informazione invece che evidenziarla?
Francamente ci sembra che un minimo di dedizione in più avrebbe portato a risultati migliori, senza interferire sulle scelte grafiche e redazionali.
Inutile sottolineare che la foto non è firmata. Meno male.