Informazione, no al guinzaglio!

Fotografia & Informazione aderisce alla manifestazione indetta dalla FNSI per la libertà di stampa.

Ogni frase e ogni immagine pubblicata su questo sito vuole essere un invito a guardare (e permettere di vedere) il mondo con mente aperta, occhio attento, curiosità intellettuale e integrità morale.
Crediamo che l'informazione (in particolar modo quella fotografica) abbia bisogno di reporter liberi, di spazi puliti e di media gestiti con onestà per poter essere efficace nel raccontare la realtà e per permettere la formazione di una opinione pubblica matura e consapevole.
Chi cerca di ridurre i mezzi di informazione alla censura o all'autocensura toglie ossigeno alle coscienze. Chi insulta i giornalisti perché riferiscono i fatti e propongono delle opinioni autonome e indipendenti prepara il terreno alla menzogna e alla mistificazione.
Vogliamo poter continuare a leggere, ascoltare, guardare il lavoro dei giornalisti e valutare le loro scelte di correttezza senza il timore di vedere spegnersi le voci più deboli e meno addomesticate.
Vogliamo poter continuare a fare il nostro lavoro a favore del fotogiornalismo con la trasparenza e la libertà che la fotografia merita.

Ci battiamo da sempre per un'informazione migliore. Crediamo nel valore democratico irrinunciabile rappresentato dalla libertà di stampa.

“La libertà di stampa […] è un bene di cui l’uomo moderno non può fare a meno e che rimpiange se ne è privato. […]. La Libertà di stampa [...] è il contrario del berlusconismo attivista ingordo. […] La libertà di stampa è l’unico freno, l’unica difesa […] quando si scatenano le maree autoritarie, assurde ma reali. La libertà di stampa non è un lusso e non è un capriccio, è una conquista dell’homo sapiens, che i vari autoritarismi credono di poter sostituire con le tentazioni del denaro e del comando. […] La libertà di stampa è la voglia di verità, la voglia di conoscenza […]. (La libertà di stampa è) l’unico freno alle ricorrenti follie degli uomini che non dormono mai, che non invecchiano mai, che, come il nostro, rivendicano il diritto al potere assoluto, all’obbedienza totale del popolo, che poi amano chiamare sovrano”

Giorgio Bocca. La Repubblica di sabato 19 settembre 2009