Burqa, chador, niqab: per l'ANSA non c'è differenza

  • fonte: www.ansa.it

Abbiamo ricevuto una segnalazione da parte della collega fotogiornalista, e socia storica della nostra associazione, Isabella Balena. Sul sito dell’ANSA mercoledì 27 luglio appariva la notizia seguente: “Studentesse assaltano università Mecca. Protesta contro criteri selezione, slogan contro corruzione”. Al testo, che raccontava le proteste messe in atto da numerose studentesse dell’università femminile Um Al Kura, si accompagnava una fotografia raffigurante due donne che indossano il burqa. Poiché, com’è noto, il burqa è un indumento utilizzato prevalentemente in Afghanistan (e in misura minore in Pakistan), mentre le donne saudite hanno la tradizione di indossare un chador nero (che copre il corpo fino ai piedi) abbinato ad un niqab pure esso nero (che copre il volto lasciando scoperti gli occhi), è sembrato del tutto inopportuno abbinare questa immagine al testo riguardante le donne dell’Arabia Saudita.

A partire da tale osservazione, la collega Isabella Balena ha inviato alla redazione dell’ANSA una lettera di protesta in cui dice, tra l’altro: “Non ci sono molte informazioni su quell'immagine ma in ogni caso l'abbinamento provoca un certo disorientamento.” Inoltre, sottolineando che l’immagine è priva del nome del fotografo, la collega aggiunge anche: “Credo che un'agenzia di stampa giornalistica prestigiosa come la vostra debba far caso a queste cose e si debba anche impegnare a firmare le foto dei colleghi fotogiornalisti.”

  • fonte: www.ansa.it

Condividendo la legittima e civile protesta di Isabella e intrigati dalla vicenda di questa immagine “orfana”, cioè rimasta senza paternità, senza il suo autore, noi della redazione di fotoinfo.net ci siamo dati da fare e, anche grazie all’aiuto del nuovo servizio di Google che permette di rintracciare immagini simili o uguali ad una in nostro possesso abbiamo perlustrato il web, giungendo alla fine ai seguenti interessantissimi risultati:

1 – numerosi siti di cosiddetta informazione, proprio a partire dalla notizia ANSA, hanno utilizzato la stessa immagine per illustrare la stessa notizia. Perciò ANSA dovrebbe avere ben chiaro nel suo quotidiano operare che il ruolo di agenzia di stampa ha come conseguenza una notevole responsabilità relativamente alla correttezza delle informazioni (e quindi anche delle immagini) che diffonde: di questa responsabilità etica l’agenzia e i suoi giornalisti dovrebbero essere consapevoli.

2 – la stessa identica immagine è stata utilizzata numerose volte su internet a livello internazionale per parlare anche di altri eventi, dimostrazione palese che con le immagini giornalistiche c’è una certa abitudine diffusa ad utilizzarle “con leggerezza”, ossia senza troppo preoccuparsi se sono davvero impiegate in stretta correlazione con la notizia a cui vengono accoppiate.

3 – infine, con grande soddisfazione, siamo anche arrivati al bandolo della matassa, nel senso che abbiamo rintracciato sia il nome del fotografo, sia la notizia a cui è (dovrebbe essere) indissolubilmente legata l’immagine in questione.

  • fonte: http://www.guardian.co.uk/

Sul sito del Guardian, il cui archivio online di notizie è garanzia di serietà, abbiamo trovato la notizia, riferita alle elezioni in Afghanistan svoltesi nell'agosto 2009 e alle successive contestazioni per quanto concerne brogli e altre scorrettezze: “Cameron condemns 'naked' corruption in Afghan election.”

La didascalia della foto recita: “Afghan women sign documents after receiving ballot boxes and election kit in Kandahar, southern Afghanistan, last month.” Confermando così la nostra corretta identificazione del burqa come indumento tipico delle donne afghane e la scorretta attribuzione della foto in questione ad eventi svoltisi in Arabia Saudita. Infine, come del resto ci si aspetta normalmente da qualsiasi giornale d’oltralpe, la fotografia è firmata: “Photograph: Matiullah Achakzai/EPA”

  • didascalia: Afghan women sign documents after receiving ballot boxes and election kit in Kandahar, southern Afghanistan, last month.
  • firma: Matiullah Achakzai/EPA
  • fonte: www.guardian.co.uk

Aggiungiamo che, proprio a partire dall'attualità anche italiana (vedi la notizia di questi giorni relativa al disegno di legge del Pdl approvato dalla commissione Affari costituzionali della Camera che prevede il divieto di circolare con il burqa e il niqab nei luoghi pubblici), la conoscenza dei temi e dei termini  - anche specialistici - connessi con le tradizioni delle altre civiltà dovrebbe essere alla base di un giornalismo che ha gli strumenti per distinguere e che, proprio grazie a questa capacità - sa offrire ai cittadini informazione e non chiacchiericcio.

Ci fermiamo qui, per questa volta, ma intuiamo che la strada che (forse) porterà un giorno anche i media del nostro paese ad allinearsi a quelli stranieri nel trattamento responsabile e maturo dell’informazione visiva è ancora tutta in salita e piuttosto lunga.

Marco Capovilla