Richard Whelan

Questa è la guerra !

1936, 5 settembre, Cerro Muriano, fronte di Cordoba.

6 giugno 1944 Omaha Beach, Normandia.

25 maggio 1954, Indocina.

La romanzesca vita e carriera di Robert Capa potrebbe essere riassunta nella sua straordinarietà  in queste tre date. Sembra la chiusura di un cerchio, di un destino che si compie.

A Cerro Muriano nel 36, Robert Capa scatta la più famosa e controversa fotografia della storia.

Il famoso miliziano morente sembra essere una raffigurazione troppo perfetta della morte, tanto che nel 1975 un giornalista, Phillip Knightley, mette per la prima volta in dubbio che si tratti di una ripresa candid, ipotizzando una messa in scena. Ne nasce una disputa infinita, in cui entrano a diverso titolo i personaggi più disparati, e che vede partecipare furenti giudici del vero e del falso, a cui non par vero poter mettere in dubbio una fotografia così famosa, e così amata.

Il biografo di Capa, Richard Whelan, morto poco prima della stampa di questo libro e dell'allestimento della relativa mostra, sgombra subito il campo dalla discussione: la verità  sulla famosa immagine non è nè bianca, nè nera. La versione più probabile, esposta nel libro attraverso una messe di esempi, prove fotografiche, confronti, è che si sia trattato di una morte vera in una situazione falsa; per essere più chiari, Capa stava facendo dei ritratti "staged" ai miliziani repubblicani, quando improvvisamente una pallottola nemica colpì il soldato che stava riprendendo. Fine della storia.

Purtroppo non esiste il rullo integrale con le 36 pose, perchè era abitudine tagliarlo, dividendolo anche in singoli fotogrammi per inviare le foto ai giornali. La famosa valigia, recentemente ritrovata e ora conservata all'ICP di New York, non conteneva in realtà  molto materiale di Robert Capa, piuttosto di David Seymour (Chim), un'altro dei fondatori di Magnum Photos.

Il 6 giugno 1944 Capa decide di seguire da fotografo il primo battaglione durante lo sbarco ad Omaha Beach. La ricostruzione storica e le testimonianze dei sopravvissuti, compreso il racconto, commovente e avvincente, di John Morris, photoeditor di Life e all'epoca capo dello staff dei fotografi che seguirono lo sbarco, permette di ricostruire un altro dei numerosi misteri che circondano la vita e la carriera di Bob Capa, quello dei 9 fotogrammi sopravvissuti alla camera oscura di Life sui 3 rullini consegnati al giornale. Le immagini superstiti costituiscono la più importante testimonianza dello sbarco, a cui si è ispirato Spielberg in Salvate il Soldato Ryan.

Il 25 maggio 1954 in Indocina, Capa, che aveva accettato contro i consigli di Morris un nuovo incarico per Life, mette un piede su una mina e muore. Un destino sembra così compiersi, il fotografo di guerra che sognava di rimanere disoccupato, muore su un campo

di battaglia. Pochi attimi prima aveva scattato la sua ultima immagine, a colori. Ma quella non era più la "sua guerra".

Il libro in realtà  si ferma prima, al maggio del 1945 quando Capa a Berlino riprende la caduta della città  e immortala la fine di un soldato americano colpito da un cecchino tedesco, in quella che è probabilmente l'immagine più dura e violenta della sua carriera.

Tra la Spagna e la Seconda Guerra MOndiale, Capa ha seguito anche il conflitto sino-giapponese del 38-39, poco conosciuto in Europa, in un viaggio che gli diede più delusioni che soddisfazioni.

L'opera di Robert Capa è centrale nella storia della fotografia e del fotogiornalismo, per l'interpretazione totalizzante della professione del fotografo (militante) e per la capacità  narrativa dall'interno delle situazioni più vissute che ritratte. Infine per la complessità  e profondità  della narrazione, attenta sia al contesto storico e

ambientale, sia al ruolo della persona, del singolo, nella storia.