Pino Cacucci

Tina

Pino Cacucci racconta la vita di Tina Modotti: una donna, una fotografa, amica e amante di numerosi artisti, che dedicò la sua vita alla lotta politica. Si tratta di un romanzo biografico, scorrevole e interessante, che ha il merito di riconsegnare al pubblico un personaggio dimenticato del Novecento. Ma non solo. L’autore non si limita a raccontare la vita della Modotti.
Grazie a una buona fluidità narrativa l’incedere dei capitoli è anche un’occasione per passare in rassegna i principali accadimenti del secolo scorso; attraverso la vita della fotografa friulana, infatti, Cacucci descrive il clima in Messico durante l’avvento del partito comunista, la guerra civile spagnola, l’assassinio di Trotsky e la Russia di Vidali, Togliatti e i principali personaggi del secolo scorso.

Classe 1896, originaria di Udine, la Modotti è stata nell’ordine: modella, attrice, sarta, fotografa, rivoluzionaria e fonte di ispirazione per grandi artisti tra cui Edward Weston, Pablo Neruda e Diego Rivera. Donna dal temperamento passionale e anticonformista, Cacucci la descrive come una figura controversa sulla strada dell’emancipazione sessuale e simbolo della nuova condizione femminile del 900. Negli anni ’20 grazie agli insegnamenti e alla relazione che la lega al fotografo Edward Weston, la Modotti diventa una fotografa di successo. In pochi anni percorre un'esperienza artistica folgorante: dopo le prime attenzioni per la natura e i fiori, sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche utilizzando la fotografia come strumento di indagine e denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono una valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro e del popolo (all’interno del libro sono presenti le fotografie che ritraggono mani di contadini, campesinos, la falce e martello...).

Espone i suoi lavori in numerose gallerie d’arte e le sue fotografie vengono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte. In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e la pittrice Frida Kahlo. Malgrado il suo talento e la sua capacità di porre la fotografia al servizio degli ideali sociali, Tina  deciderà tuttavia di sacrificare il suo estro artistico in favore della lotta politica, abbandonando la sua amata Graflex.  

Dalla lettura dei successivi capitoli risulta evidente che la passionalità e la vivacità creativa che l’avevano contraddistinta durante gli anni della giovinezza, si perdano pian piano attraverso i principali accadimenti del Novecento. Tina, infatti,  lascerà l’ambiente artistico degli Stati Uniti per dedicarsi alla causa rivoluzionaria in Messico, lavorerà a fianco degli agenti della GPU, per il Soccorso Rosso Internazionale in Unione Sovietica e sarà in Spagna nel 1936, dove incontrerà tra gli altri Hemingway, Robert Capa e Gerda Taro;  combatterà con le Brigate Internazionali per poi tornare, negli anni ‘40 a Città del Messico dove ormai è una donna chiusa in sé stessa, incapace di reagire alla disillusione per gli ideali di una lotta in cui non si riconosce più e da cui decide di allontanarsi. Vivrà gli ultimi anni della sua vita facendo traduzioni, dedicandosi al soccorso dei reduci e frequentando pochi amici.

Pino Cacucci disegna un ritratto realistico della Modotti , un personaggio profondamente legato ai suoi ideali, risucchiato dagli orrori della guerra e deluso dalle proprie scelte, per cui ha sacrificato la sua arte. La scrittura di Cacucci è seducente, ricostruisce l’atmosfera di quegli anni, dà consistenza ai pensieri della protagonista e dei personaggi che le ruotano attorno.  E al termine della lettura si ha la sensazione di aver conosciuto la Donna che sta dietro al personaggio di  “Tina Modotti”.

Informazioni su Tina Modotti:
http://www.comitatotinamodotti.it/tina.htm

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