Annie Ernaux

Gli anni

"È una foto virata seppia, ovale, incollata tra le pagine di un libretto dal bordino d'oro, protetta da un foglio goffrato, trasparente. Sopra, Photo-Moderne, Ridel, Lillebonne (Senna Inferiore). Tel. 80. Un neonato grassoccio dalla bocca imbronciata, i capelli scuri a formare un ricciolo sulla testa, è seduto mezzo nudo su un cuscino al centro di un tavolo intarsiato. Lo sfondo sfocato, la ghirlanda a decorare la tavola, la camicia ricamata sollevata sul ventre - la manina nasconde il sesso -, la bretella scivolata dalla spalla sulle braccia pienotte sono tutti elementi intesi a formare la rappresentazione pittorica di un amorino o un cherubino. Con ogni probabilità ogni membro della famiglia ha ricevuto una copia della fotografia e si è poi messo a cercare di stabilire da chi avesse preso il bambino. In questo documento d'archivio famigliare - che deve risalire al 1941 - è impossibile leggere altro oltre la messinscena rituale, modellata sui costumi della piccola borghesia, dell'entrata nel mondo."

Gli anni, romanzo autobiografico della scrittrice francese Annie Ernaux  uscito per la prima volta a Parigi nel 2008 e solo oggi pubblicato in Italia, è un racconto per immagini: le fotografie vere e proprie dell'archivio di famiglia e quelle della memoria legate al cinema, alle canzoni, al Tour de France, agli oggetti - di anni in anno: Tampax, Bic,  segreteria telefonica, walkman,  telefoni cellulari, ecc. -, alla pubblicità, ai libri, ai personaggi della politica, alle serie TV, ai fumetti, agli attori, agli intellettuali e ai giornali: da Selezione dal Reader's Digest  a Le Monde, da le Canard Enchainé a Charlie Ebdo passando per Libération. Non aspettatevi illustrazioni, è tutto "solo" descritto. Le fotografie di famiglia sono raccontate in tutti i dettagli, dai soggetti e oggetti fino al suo autore e - quando c'è - anche l'indirizzo del suo studio/negozio come sopra, nella citazione. Si raccontano così le persone ma si traccia anche il clima dell'epoca attraverso i particolari dei luoghi, dell'abbigliamento o dell'acconciatura dei soggetti ritratti. E l'epoca si materializza ancora meglio attraverso le immagini della memoria. I grandi eventi della storia a volte guadagnano il primo piano nel racconto, più spesso rimangono sullo sfondo.  Sembra di leggere un'applicazione pratica del metodo storiografico delle Annales.

La paradigmatica interdisciplinarità del metodo si concretizza nella combinazione di immagini reali con quelle del ricordo, in un racconto sviluppato attraverso ricorrenti elenchi di oggetti, fatti e situazioni. Crediamo che il lettore - anche se non francese - si possa identificare per tratti pù o meno lunghi, a seconda dell'età, ma si ritroverà certo nel rito dei periodici pranzi di famiglia, dove atteggiamenti, ruoli e dinamiche, sono più comuni di quanto forse non abbiamo mai immaginato. Certo un'opera come questa può nascere solo in Francia dove le fotografie e le immagini ricevono da sempre  grande attenzione; in Italia la fotografia è storicamente poco presente, al più è la solita metafora "la fotografia che l'Istat fa del paese quest'anno....".

Nell'ultima pagina, fra le immagini che Ernaux vuole salvare in una sorta di bilancio finale, c'è "la donna della foto del massacro di Hocine, Algeria, che somiglia alla pietà". E non si può darle torto.

(per approfondire il tema della foto del massacro di Bentalha, Algeria, fatta dal fotografo Hocine nel 1997, vedi i due articoli pubblicati in questo stesso sito, qui e qui).


Carlo Cerchioli