Il 6 maggio a Douglas, nell'isola di Man, è stata inaugurata al Manx Museum la mostra Isle of Man Revisited, in occasione della ripubblicazione del primo libro Isle of Man di Chris Killip. Una festa di famiglia e contemporaneamente un evento importante della fotografia internazionale; insieme all'autore, erano presenti i protagonisti delle sue fotografie, quelli ancora in vita e i loro discendenti, riuniti in una celebrazione collettiva.
Chris Killip è un fotografo britannico, da noi sbrigativamente conosciuto come autore di un reportage sul Regno Unito negli anni di Margaret Thatcher. Nel nostro paese ha esposto solo in una collettiva all'interno di Fotografia, festival internazionale di Roma 2012 ma, in questi ultimi anni, diversi paesi gli hanno dedicato delle importanti retrospettive. La sua influenza è stata molto importante per la formazione di altri autori britannici più giovani come Tom Wood e Martin Parr.
Nato nel 1946 nell'isola di Man, a 16 anni Killip interrompe gli studi iniziando a lavorare nel pub di famiglia ma, di fronte alla prospettiva che la sua vita potesse ridursi a quello, viene preso dal panico, come ricorda nell'introduzione alla nuova edizione del libro. Vede per caso la celebre fotografia di Henry Cartier-Bresson del bambino che cammina con due bottiglie di vino in mano, ha una profonda intuizione e decide che avrebbe fatto il fotografo, senza aver mai posseduto una macchina fotografica. Nel 1964 diventa un "fotografo di spiaggia", continuando a dare una mano nel pub paterno. A diciotto anni si trasferisce a Londra, dove lavora per cinque anni come assistente di importanti fotografi commerciali.
Sorprendente in Killip è la sua formazione, caratterizzata da una rapida individuazione di quelli che sarebbero stati i valori a cui si sarebbe attenuto durante il suo lavoro e la sua ricerca di un linguaggio personale, sperimentale, lontano dagli stereotipi del fotogiornalismo tradizionale. Nel 1969, a New York, vede per la prima volta una mostra di fotografie e, davanti alle immagini di Walker Evans e Paul Strand, è fulminato dalla rivelazione che lui non vuole fare fotografie al servizio di qualcun altro, come fotogiornalista, o fotografo commerciale, ma vuole fare fotografia in se stessa. E capisce che vuole fotografare la sua isola.
Il libro che racchiude questo lavoro uscì nel 1980, preservando la memoria della cultura tradizionale che si stava pian piano perdendo, man mano che l'isola si trasformava in un paradiso fiscale. Questo suo primo lavoro, che alternava ritratti ad interni e a paesaggi, era chiaramente influenzato dall'incontro rivelatore con i fotografi scoperti al MoMa.
Negli anni '70 e '80 Killip lavora nel Regno Unito grazie a varie borse di studio e a committenze pubbliche e private.Trasferitosi nel nord est nell'area di Newcastle upon Tyne si concentra sul tema dello smantellamento delle industrie cantieristiche e minerarie e sulle loro tragiche conseguenze sociali.
"I suoi soggetti sarebbero stati quelle persone lasciate indietro, marginalizzate o lasciate fuori dalle forze della modernità. Il lento impegno del lungo progetto di Killip sarebbe stato un dedicarsi con empatia alle vite vissute nell'ombra della storia. Killip ed una manciata di altri fotografi sentivano che la fotografia non poteva essere identificata con le sue pratiche più facili e peggiori. C'era, a guardare con attenzione, una lunga tradizione, conquistata a fatica , di fotografia documentaria sperimentale, un modo di lavorare nel quale la forma non era assunta come una convenzione, ma rimodellata all'interno di ogni nuovo progetto. Questa era una pratica nella quale i limiti descrittivi delle fotografie non sarebbero stati mascherati da audaci editing o incollati da didascalie per un facile consumo. Ogni significativa pratica documentaria richiede del lavoro da parte del lettore."(David Campany, The Time of Chris Killip in Arbeit/Work, catalogo della retrospettiva al Museum Folkwang di Essen, Steidl, 2012.)
Nel 1988 pubblica su questo argomento il libro che lo ha reso celebre, In Flagrante, con fotografie scattate in grande formato in bianco e nero, con delle immagini e una sequenza il cui linguaggio, in anticipo sui tempi, viene definito da Campany, "documentario sperimentale".
Interrogato su chi fosse stato il fotografo che l'avesse maggiormente ispirato, Killip risponde che all'inizio era stato Paul Strand, ma successivamente Walker Evans, che l'aveva affascinato per essere non tanto un "costruttore di immagini", ma un "pensatore".
Oggi Killip è Professor of Visual and Environmental Studies ad Harvard (Cambridge, Massachusetts). Non ha mai sviluppato dei progetti fotografici in America, forse perché, condividendo il pensiero dell'amico Josef Koudelka, è convinto che solo una lunga, totale e profonda immersione in una realtà che ci appartenga, permette di raccontarla in maniera adeguata, con un linguaggio che superi il tempo e il luogo in cui le fotografie sono state realizzate.
1989 vincitore del HCB Award (Premio della Fondation Henri Cartier-Bresson)
2012 retrospettiva ARBEIT/WORK al Museum Folkwang, Fotografische Sammlung di ESSEN
2014 retrospettiva TRABAJO/WORK al Reina Sofia, MADRID
2016 IN FLAGRANTE TWO, Yossi Milo Gallery, New York
data da definirsi CHRIS KILLIP, NOW/THEN, J. Paul Getty Museum, Los Angeles
la serie delle foto di IN FLAGRANTE, acquisite dal J.Paul Getty Museum di Los Angeles