Nero su bianco

  • didascalia: Inverno 2005: due donne attendono dopo aver ordinato in un ristorante cinese halal.
  • firma: Rosario Federici

E' bello vedere ogni tanto pubblicati dei reportage di ampio respiro, contemporaneamente introspettivi ed efficaci.

E' il caso di "Black", un piccolo ma onesto lavoro fotografico che attraversa gli ultimi 12 anni della vita di un quartiere sui generis, una comunità umana con dubbia fama ma pulsante di vita e di speranze, ritratta, soprattutto negli interni, nelle abitazioni, nei bar, dal quarantenne Rosario Federici.

Ospitato nelle pagine di uno dei più importanti quotidiani nazionali, nella sezione dedicata alla fotografia, questa passeggiata ci conduce, con una ventina di immagini in un bianco e nero limpido e analogico, a sfiorare gli stereotipi e a scoprire la faccia nascosta di Quarto Oggiaro.

Mischiando con gusto il ritratto, la street photography, la cronaca e un'invidiabile conoscenza del territorio, eccoci condotti a scoprire una delle sfaccettature della quotidianità urbana che tanto spesso abbiamo sotto gli occhi ma quasi mai sono al centro della nostra attenzione.

Racconta Federici in un'intervista pubblicata accanto al suo lavoro: "Quando ho cominciato a vivere nel quartiere, le persone con cui ne parlavo faticavano a credere che non andassi in giro con il giubbotto antiproiettile". Il desiderio di raccontare la propria realtà, i propri amici e i cambiamenti che nell'ultimo decennio hanno toccato abitudini e costumi hanno spinto l'autore ad approfondire la ricerca fotografica e a tentare di concretizzarla in una mostra, che si terrà entro l'estate. Sì, perché Rosario Federici crede nel supporto dal basso: piuttosto che ricorrere ad uno sponsor commerciale ha avviato, tramite il proprio sito, una raccolta fondi volta a pagarsi "le stampe, l'affitto, le cornici, la campagna promozionale e tutto quello che potrà essermi utile per una mostra importante".

Storie vere di quotidiana e straordinaria fotografia.

 

Nota: ci scusiamo con i nostri lettori, anche se crediamo che i più smaliziati, corroborati da una sana incredulità, si siano accorti dei refusi: un errore tecnico ha fatto sì che venissero sostituite alcune parole nell'articolo che avete appena letto: il fotografo si chiama Russel Frederick, il quartiere non è Quarto Oggiaro ma Bedford-Stuyvesant, a New York.

Il lavoro è visibile sul blog "Lens" del New York Times.

 

Tutto il resto, compresa l'impossibilità di poter pubblicare un reportage analogo sui media italiani, è reale.