Manette Cristiane

  • didascalia: Nella foto due immigrati con precedenti penali fermati dalla Polizia a Genova.
  • firma: non firmata
  • fonte: Famiglia Cristiana, n. 39, 30 settembre 2001, p. 65

La legge n° 675/96, nota come Legge sulla Privacy, ha fissato, tra le altre cose, anche le norme che i giornalisti devono seguire nel trattamento dei dati personali. Queste norme, entrate in vigore il 18 agosto 1998, riguardano naturalmente anche le immagini di persone, in particolare quelle in stato di detenzione.

ART. 8 - Tutela della dignità della persona
1. Salva l'essenzialità dell'informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità della persona, né si sofferma su dettagli di violenza, a meno che ravvisi la rilevanza sociale della notizia o dell'immagine.

2. Salvo rilevanti motivi di interesse pubblico o comprovati fini di giustizia e di polizia, il giornalista non riprende né produce immagini e foto di persone in stato di detenzione senza il consenso dell'interessato.

3. Le persone non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi, salvo che ciò sia necessario per segnalare abusi.

Quando due settimane fa la foto qui riprodotta è apparsa sul settimanale in questione, alcuni di noi che quotidianamente scandagliano la stampa alla ricerca di immagini "eloquenti", hanno commentato, chi sarcasticamente, chi con rassegnazione, chi con aperto disappunto, l'operato dei colleghi (photo editor, grafici, art director, redattori, ufficio centrale, direttore) della redazione di Famiglia Cristiana.
Qualcuno aveva suggerito di apporre un commento lapidario, e apertamente denigratorio.
Stante la nostra lentezza nell'aggiornare le pagine di questo sito, gli animi e i toni nel frattempo si sono placati. Ma rimane lo sdegno: per la mancanza di rispetto prima di tutto per le persone. Sorge spontaneo il pensiero: fossero stati italiani, ci sarebbe stata maggiore attenzione, se non altro per le probabili azioni legali che giustamente avrebbero potuto intentare. La mancanza di rispetto è anche per la professione giornalistica, che viene fatta passare per voyerismo allo stato puro, con l'aggravante della morbosità di matrice lombrosiana (voglio farti vedere che brutta faccia hanno i criminali!). Infine la mancanza di rispetto è per lo spirito della legge che è stata emanata con l'intento di tutelare anche e soprattutto i soggetti deboli, evitando loro la gogna dalla quale non si potrebbero difendere. Infine, come suggerisce un collega che ci dà la sua sarcastica versione: è un'interpretazione gesuitica della legge. Ovvero: inattaccabile se interpretata alla lettera (le manette nella foto non si vedono!), furbesca nel favorire un comportamento da farabutti.
In casi come questi, una segnalazione all'organo disciplinare dell'Ordine dei Giornalisti è d'obbligo.