La grana della dida

  • didascalia: Dino Fracchia, "Wall Street", New York, 1998
  • firma: Dino Fracchia
  • fonte: Sole 24ore, 20 agosto 2000
Sul dorso "Domenica" del Sole 24ore il 20 agosto 2000 a pagina 24, per un attimo, vedendo una fotografia della Borsa con la didascalia che recita "Dino Fracchia «Wall Street», New York, 1998" - ricordo che sto leggendo una fra le migliori pagine culturali dei quotidiani italiani spesso attenta al mondo della fotografia - ho pensato "Dino ha fatto una mostra e non mi ha detto niente; strano...".
Guardando meglio scopro poi il solito uso illustrativo della fotografia per l'articolo di Donato Mascione "Tra politica e mercato è questione di regole"; infatti quale miglior esemplificazione del moderno mercato è possibile - di questo si parla nel testo - se non quella della Borsa, e di New York per di più.
La didascalia "New York 1998, Wall Street. Dino Fracchia" mi sarebbe parsa più appropriata. Meno ossequiosa nei confronti del fotoreporter ma più efficace come senso. Non avrei pensato al collega come autore di una mostra.
  • didascalia: Massimo Vitali "Ostia" (particolare), 1997
  • firma: Massimo Vitali
  • fonte: Sole 24ore, 20 agosto 2000
Allo stesso modo a pagina 31, sempre sul Sole 24ore, ho pensato di poter leggere un'altra recensione del lavoro sulle spiagge italiane del fotografo Massimo Vitali; ho appena finito di leggerne una sul Corriere della sera. Ma è la solita didascalia "Massimo Vitali, «Ostia» (particolare), 1997" e un poco anche il titolo su "Le virtù della sedia a sdraio" che mi traggono in inganno.
In realtà l'articolo di Maurizio Vitta è una riflessione fra architettura, costume, cultura, design forse ispirata proprio dalla fotografia di Vitali. Il "sospetto" è legittimato dall'attacco del pezzo che pare far riferimento a tutto ciò che si vede nella fotografia pubblicata dal Corriere della sera; la stessa immagine da cui è stato estratto il "(particolare)" del Sole 24ore
La connotazione culturale di un supplemento o di una pagina di giornale non credo possa essere data dal fatto che le firme di autori di articoli e fotografie siano pubblicate in testa ai pezzi o alle didascalie invece che in coda, come succede per la maggioranza degli articoli d'informazione pubblicati dai giornali.