4 missili invece di 2

Riassunto dell’intervento di Dayl Lang su PDN Online

Daryl Lang su PDN online riporta le reazioni della stampa Usa alla notizia della foto manipolata e distribuita da Sepah News, website sotto il controllo dei Guardiani della Rivoluzione Iraniana, ai media di tutto il mondo attraverso l’AFP. La foto mostra il lancio simultaneo di 4 missili, esibizione della potenza di fuoco dell’esercito del regime di Ahmadinejad. Ma è stato dimostrato che l’immagine è stata truccata: in realtà uno dei 4 missili, il secondo da destra nella foto, non è mai partito, probabilmente per un guasto tecnico, ed è stato aggiunto in post-produzione. Dal confronto tra la foto messa in circolazione da AFP mercoledì 16 luglio e quella distribuita da AP, che l’ha ottenuta il giorno seguente dalla stessa fonte, si vede chiaramente la manipolazione, con la clonazione del missile e soprattutto del fumo.

A scoprire per primi l’inganno sono stati alcuni blogger, tra cui quelli del Little Green Footballs , che già nel 2006 scoprirono per primi la manipolazione operata dal fotografo Reuters Adnan Haji , il quale aggiunse del fumo in postproduzione alla Beirut bombardata, nonché un missile a un lancio israeliano sempre durante lo stesso conflitto; la vicenda come si ricorderà finì con il ritiro di tutte le fotografie di Haji dall’archivio e il licenziamento di un editor di Reuters. In questo caso la notizia della manipolazione è arrivata al grande pubblico giovedì 17 attraverso The Drudge Report e il New York Times, ma ormai molti siti web e giornali l’avevano usata con grande rilievo nelle loro edizioni di mercoledì e giovedì. Tra questi: Los Angeles Times, Financial Times e Boston Globe. Dopo l’errore i photoeditor e i direttori dei giornali hanno cercato di capire come fosse potuto accadere e hanno programmato ampi servizi di rettifica nei loro numeri successivi. Qui sotto alcune reazioni riportate da Daryl Lang.

Il direttore della fotografia del Seattle Times, Barry Fitzsimmons, ha pensato ad una correzione in prima pagina, come pure pensa di fare il Chicago Tribune attraverso interventi in pagine interne, come riportato dall’assistente photoeditor Torry Bruno.

Il dibattito è molto vivo al Denver Post dove, mentre l’editor Tim Rasmussen dà la colpa ad AFP, il direttore della fotografia per la prima pagina Ken Lyons se la prende soprattutto con se stesso, per non essere stato capace a notare la manipolazione.

Anche Getty Images, che distribuisce negli Stati Uniti le fotografie di AFP, interviene nel dibattito attraverso il direttore della fotografia Pancho Bernasconi, per dire semplicemente che la distribuzione delle immagini di AFP avviene automaticamente senza editing, escludendo così responsabilità dirette di Getty.

A complicare la situazione c’è la questione dei crediti: alcuni giornali hanno accreditato la foto all’agenzia di propaganda iraniana distribuita attraverso AFP/Getty, altri hanno semplicemente riportato come fonte AFP/GettyImages, altri ancora AFP.

Conclude l’articolo una sconsolata osservazione di Ken Lyons del Denver Post che si chiede se con solo 3 missili quella foto sarebbe stata messa in prima pagina su così tanti giornali, in questo ammettendo l’efficacia della propaganda iraniana.

Osservazioni a margine:

Questi interventi testimoniano la vivacità del dibattito negli USA, ma purtroppo ricordano anche che sono impensabili in Italia. Anzitutto perché non esistono o quasi uffici fotografici degni di questo nome, neppure nei maggiori quotidiani, secondariamente perché la maggioranza delle immagini è pubblicata senza crediti. Fotografie senza nome scattate da fotografi senza volto e scelte e impaginate da editor invisibili. Difficile che in queste condizioni ci siano delle assunzioni di responsabilità e si avviino dibattiti. Ma non sembra che nelle politiche editoriali italiane questo sia un tema di grande interesse: come al solito, come sempre, siamo filo-americani a corrente alternata, secondo le convenienze del momento.

La didascalia di AP

In this image made available Thursday July 10, 2008, from Sepah News website owned by Iran's Revolutionary Guards, showing Iran's Shahab-3 missile being launched from an undisclosed location on Wednesday July 9, 2008, which officials have said has a range of 1,250 miles and is armed with a 1-ton conventional warhead. Iran test-fired long-and medium-range missiles during the day on Wednesday, that officials say is in response to U.S. and Israeli threats, state television reported. (AP Photo/Sepah News)