Recontres Africaines de la Photographie

Dal 10 novembre al 10 dicembre 2005 si è svolta a Bamako, Mali, la 6a edizione dei “RENCONTRES AFRICAINES DE LA PHOTOGRAPHIE” quest’anno intitolata “Un autre monde”.

Alla Biennale, organizzata da Simon Njami e diretta da Moussa Konatè, direttore della “Maison de la Photographie” di Bamako (www.fotoafrica.org ) e con la collaborazione di Diawara Djénéba Coulibaly, sua assistente, hanno partecipato più di cento fotografi.

Durante questo mese si sono tenute numerose mostre, riconfermando l’importanza di questa iniziativa a livello mondiale: innanzitutto la Mostra Internazionale, allestita al Museo Nazionale quindi quella delle Arti Visive e le mostre nazionali dedicate all’Algeria, al Sudan e alla Spagna (quest’ultima come paese ospite della sesta edizione). Si sono svolti anche molti workshop, proiezioni e numerosi incontri professionali, mostre nelle scuole ed in moltissime altre località piccole e grandi, oltre a vari atelier fotografici nei quartieri della capitale in cui giovani fotografi — tra cui molte donne — facevano i ritratti ad adulti e bambini.

I fotografi africani ospiti tanto delle strutture culturali e museali della città, quanto delle strade in cui le loro opere venivano esposte, dando a questo incontro un carattere decisamente popolare, hanno davvero riempito le strade di Bamako con mille diversi linguaggi per narrare tramite la ricomposizione di mille tasselli della vita quotidiana “un altro mondo”, il mondo di un’Africa ricca di idee e potenzialità.

Infatti, nonostante che in questo continente la fotografia abbia una tradizione relativamente recente, eccetto i famosissimi fotografi maliani Seydou Keita e Malik Sidibè ed il “grande” maestro della fotografia senegalese Mama Casset, c’è da segnalare una presenza assai nutrita di fotografe: in questa edizione il 30% delle immagini esposte sono opera di donne, e proprio a loro sono stati assegnati importanti premi.

Diamo una breve carrellate delle fotografe che hanno esposto alla MOSTRA INTERNAZIONALE.

  • firma: Helga Kohl
Innanzitutto Helga KOHL nata in Namibia nel 1943, free lance dal 1975. Una delle sue immagini su un villaggio di minatori del suo paese da tempo abbandonato è stata usata come icona per questa edizione dei “Rencontres africaines de la Photographie” .
  • firma: Jane Alexander Malala Andrialavidrazana
Rana EL NEMR, nata nel 1974 in Egitto, ha vinto il premio “Seydou Keita”. Rana, che vive al Cairo, megalopoli con più di 15 milioni di abitanti, ha voluto porre l’accento sui problemi legati alla urbanizzazione eccessiva della sua città presentando un reportage che ritrae le donne nella metropolitana de Il Cairo, eseguito con una fotocamera di medio formato.
  • firma: Bukkie Opebiyi Awa Mbengue
Ulrich-Bodney MAHOUNGOU, congolese, ha vinto il Premio come migliore giovane fotografa con alcune immagini sulla Guerra civile nel suo paese durante gli anni ’90.
  • firma: Farida Hamak
Fatoumata DIABATE’, 25enne, altra giovane fotografa maliana con sede a Bamako, ha vinto il Premio AFFA (Afrique en creation) con le sue splendide immagini in B/N sui Tuareg che vivono nella regione di Timbuctù.
  • firma: Lien Botha
Awa M'BENGUE, una fotografa Senegalese, ha partecipato con “Règard sur Rufisque”, reportage in B/N sulla vita quotidiana della città in cui vive, Rufisque, vicino a Dakar, luogo ricco di tradizioni che continuano a sopravvivere a poca distanza dalla caotica capitale del Senegal.
  • firma: Rana el Nemr
Lien BOTHA, 44enne sudafricana di Città del Capo (www.lienbotha.co.za ), ha presentato la serie “Safari”, immagini del suo paese su cui ha operato interessanti ed ironici interventi grafici.
  • firma: Zora Bensemra
Malala ANDRIALAVIDRAZANA, fotografa nata in Madagascar nel 1971 che vive attualmente a Parigi, ha presentato un reportage eseguito nel 2003 sui cimiteri di tutto il mondo, scelto tra più di settemila immagini scattate in Sud America, Asia e Australia, dal nome “D’Autre-Monde”.
  • firma: Nadia Ferroukhi
Fatima MAZMOUZ, fotografa marocchina, residente a in Saint Denis, alla periferia di Parigi, ha presentato una serie di immagini molto “forti” di denuncia sulla condizione della donna: bambole bionde, spesso mutilate, all’interno di gabbie o appese ai fili del bucato.
  • firma: Nadia Ferroukhi

Sulla condizione della donna, sui frammenti delle loro storie, sulla domanda rispetto alla loro identità si sono soffermate con i loro lavori anche altre fotografe di origine magrebina:
Gisèle DIDI, tunisina, nata nel 1970 ed ora residente in Francia ( www.giseledidi.com ), la cui parola d’ordine è: intimità, femminilità, identità, solitudine, vita;
la franco/tunisina Patricia K. TRIKI, che vive e lavora a Tunisi, ha presentato una serie di immagini dal titolo “VORTEX”: in cui alle immagini di facce e corpi di donne si mischiano scritti
e Sarah SADKI, fotografa algerina che vive a Belfort, in Francia, che utilizza altri mezzi oltre alla fotografia per produrre immagini di notevole impatto visivo come la serie “Mariée”, (immagini di un matrimonio), presentata a Bamako.

Bukkie OPEYIBI, nigeriana che vive a Leeds (Gran Bretagna), ha presentato una serie di immagini sulla vita quotidiana in Africa, come quella qui riportata che ritrae I panni lavati stesi ad asciugare in cortile.

Alla mostra Internazionale ha partecipato anche un’altra fotografa nigeriana, la trentunenne Zaynab Toyosi ODUNSI.


Le fotografe che hanno esposto alla MOSTRA DI ARTI VISIVE sono:

Jane ALEXANDER, 52enne sudafricana di Città del Capo, che ha presentato immagini fotografiche popolate da strane creature, un misto tra esseri umani ed animali: presenze davvero inquietanti.

Pascale Martine TAYOU , 38enne camerunense ,vive e lavora a Bruxelles. Autodidatta, ha iniziato ad esporre nel ’94 ed è assai conosciuta per le sue opere formate da assemblaggi, disegni, foto e testi, la cui materia prima deriva dagli scarti della nostra società dei consumi.

Moataz NASR, nata nel1961 ad Alessandria d’Egitto, realizza installazioni, fotografie, pitture, video e sculture.


Le fotografe che hanno esposto alla MOSTRA NAZIONALE DELL’ALGERIA dal titolo
“Les facts, les effects” sono:
Zohra BENSEMRA, reporter Algerina della Reuters, dell’”Observateur”, e di “El Wattam”, ha vinto il Premio per il migliore reportage con immagini sulla dura cronaca degli anni novanta in Algeria (come si può vedere dal suo ricco sito web www.bensemra.com ).
Nadia Ferroukhi, di padre algerino e madre originaria della Repubblica Ceca, ha passato la sua infanzia in giro per il mondo, cosa che non ha mai smesso di fare da quando è diventata fotografa. Ha partecipato a Saint Denis, realtà in cui vive nei sobborghi di Parigi, al Progetto LABO PHOTO ritraendo, assieme ad altri fotografi africani che vi abitano, il modo di vivere dei numerosi Africani residenti in questa area.
Farida Hamak, reporter algerina che dal 1990 si occupa di attualità politica in Francia e nel mondo arabo, è stata per molti anni corrispondente da Beirut per Newsweek. Il suo lavoro più importante è senz’altro « Ma mère, histoire d’une immigration » (un reportage sull’evoluzione di una donna algerina nella società, durato ben 5 anni).
Anche Louiza Ammi, altra reporter che vive e lavora in Algeria, ha documentato i drammatici eventi del suo paese nell’ultimo decennio.
Non fa eccezione la MOSTRA NAZIONALE DELLA SPAGNA che ospita le fotografe Bleda y Rosa,( Maria Bleda e,Josè Maria Rosa, che lavorano insieme dal 1990), Marisa Gonzales e Cristina Garcia Rodero.