Le parole del fotogiornalismo

Le parole “fotogiornalismo” e “fotogiornalista”, o meglio l’originale termine inglese “photojournalism” e “photojournalist” dai quali derivano, sono apparse negli Stati Uniti intorno alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, come riportato nel nostro glossario.
In Italia questi termini non hanno mai conosciuto grande fortuna, se non tra gli addetti ai lavori, che però spesso hanno preferito utilizzare “reportage” e “reporter”, alla francese. Soltanto verso gli anni ’70 si è iniziato, timidamente, a farne uso. Nel 1980 appare con grande evidenza nella mostra e nel volume di Lucas e Bizziccari “L’informazione negata. Il fotogiornalismo in Italia 1945/1980”.
Ma al di là della ristretta cerchia dei “giornalisti dell’immagine”, quale diffusione hanno avuto queste parole nella società italiana? Fino ad oggi era difficile, se non impossibile, monitorare questo dato. Oggi però le ricerche testuali negli archivi dei giornali permettono rapide e precise ricerche quantitative. Abbiamo fatto anche noi questo esperimento, utilizzando i motori di ricerca on-line dei quotidiani “La Repubblica” e “The New York Times” (e in alcuni casi anche del “Washington Post”), per comparare la realtà italiana con quella statunitense.
Ecco i risultati, per alcuni termini che ruotano intorno alla parola fotogiornalismo:
Su La Repubblica il termine fotogiornalismo appare, in 24 anni dal 1984 ad oggi, un totale di 151 volte, in media circa 6 volte l’anno, una volta ogni due mesi. Per confronto, sul New York Times, dal 1981, la parola “Photojournalism” appare 569 volte, in media 21 volte l’anno, tre volte e mezza più spesso.
Tornando alla Repubblica, il termine “fotogiornalista” e “fotogiornalisti” appaiono un totale di 88 volte (rispettivamente 50 e 38 volte), poco più di di tre volte l’anno. Il confronto con il NYT è qui schiacciante: “photojournalist” e il suo plurale appaiono 1.354 volte (989 e 365 volte rispettivamente) cioè 50 volte l’anno.
A titolo di confronto, le parole giornalista/giornalisti sono utilizzate 103.877 volte su Repubblica (12 volte in media ogni giorno), mentre sul NYT gli omologhi inglesi “journalist/journalists” appaiono 53.032 volte.
Al di là dei valori assoluti, abbiamo verificato la distribuzione delle parole nel corso degli anni.

A parte qualche rara e sporadica apparizione tra gli anni ’80 e i primi anni ‘90, un lento ma deciso incremento si nota a partire dalla metà degli anni ’90. Abbiamo riassunto questa distribuzione nel grafico che qui presentiamo, limitatamente alla parola “fotogiornalismo”.

  • didascalia: Occorrenza del termine "fotogiornalismo" sul quotidiano La Repubblica dal 1984 ad oggi.

Non ci sembra fuori luogo ricordare che nel 1995 è stata fondata la nostra associazione e che nel 1998 è nato il sito www.fotoinfo.net , nel quale l’uso della parola fotogiornalismo è diventato una costante, quasi una mission. Coincidenze? Può ben darsi: dopotutto in un’epoca in cui nasce e si evolve l’utilizzo di un concetto, di una categoria, è piuttosto probabile che quel concetto e quella categoria a poco a poco si diffondano, facciano breccia e alla fine i media, onnivori divoratori/creatori di idee e di parole, la adottino. In cuor nostro, sentiamo di aver fatto la nostra parte.

Marco Capovilla

Post Scriptum: vorremmo poter condividere con i nostri colleghi photo editor (o picture editor) la sorte destinata alle nostre - pur diverse - categorie dai giornali italiani, ma i numeri e i confronti internazionali non lasciano speranze: La Repubblica li cita in 24 anni 8 volte in tutto, il New York Times 445 volte. E la ricerca dell’equivalente termine italiano non fornisce maggiori rassicurazioni: “redattore iconografico” non compare nemmeno una volta e la sua forma plurale appare solo una volta.