Volendosi soffermare più a lungo sul commento dell’immagine, verrebbe da pensare anche alle azioni e decisioni redazionali - e non solo - che hanno portato alla progettazione, prima, e alla materiale realizzazione, poi, della foto. In essa vediamo infatti il soggetto della foto (Lord Hutton - uno dei più autorevoli, indipendenti e rispettati giuristi britannici), posare per il fotografo (Ian Waldie — Getty Images) davanti all’alta corte di giustizia di Londra, per nulla assediato dal consueto, per noi, esercito di fotoreporter, cameramen e giornalisti, ma anzi a suo perfetto agio, con gli uomini della security collocati in maniera discreta a debita distanza. La dimensione della fotografia, su sette colonne, la perfetta messa a registro, la qualità della stampa (riferita ad un quotidiano) e l’ampiezza del campo inquadrato permettono di valutare appieno il rapporto tra soggetto e contesto. Verrebbe da pensare ad una foto espressamente commissionata, da parte di qualcuno che ha pensato anticipatamente alla sua precisa collocazione nella pagina a completamento ed arricchimento del testo. La parola che ci viene in mente, quasi sconosciuta nelle nostre contrade quando si tratti di fotografie giornalistiche, è “progettualità”; e anche “valorizzazione” dell’apporto dell’informazione veicolata dalle immagini. Agli antipodi di questo per nulla eccezionale “ritratto ambientato”, piuttosto normale anzi nel panorama dei giornali britannici, si collocano le ben note e tristi “testine”, pietre miliari della fotografia nostrana di personaggi pubblici. Esse costituiscono da noi la regola. Anche in campo fotogiornalistico, come in altri settori della nostra vita nazionale, si sente forte il desiderio di riuscire a vivere, un giorno, in un paese normale. Noi di Fotografia & Informazione, anche con questa rubrica, cerchiamo di fare la nostra parte.
Marco Capovilla